Chi erano i giovani che lasciarono Licodia allo scoppio della Prima
Guerra Mondiale? Quali furono le conseguenze del disastroso conflitto
nelle vite di molti di loro? Chi di loro non fece più ritorno a casa?
Nel contesto delle manifestazioni nazionali del centenario della Grande
Guerra l'Archeoclub d'Italia di Licodia Eubea presenta i risultati di
una lunga ricerca, che ha permesso di identificare alcuni dei figli di
Licodia sotto le armi tra il 1915 e il 1918. Attraverso foto,
lettere, cartoline, ricordi e cimeli, (gentilmente concessi dalle
famiglie), è stato possibile raccontare la storia dei 74 giovani che caddero al
fronte e degli altri concittadini che presero parte al sanguinoso
conflitto. Tra
i documenti di maggiore interesse esposti presso la ex chiesa di San
Benedetto e Santa Chiara, nel cuore del centro storico di Licodia Eubea,
le stampelle e le lettere di Pietro Falcone, che tornò mutilato dal
conflitto. Figlio di Vincenzo e Margherita Lo
Blanco, classe 1886, ancora dopo più di quaranta anni dalla fine della
guerra scriveva ad un amico della sua ulcerazione alla gamba: «la
mia ferita è inguaribile la mattina del capo d'anno mia moglie mi ha
medicato e mi ha tolto una scheggettina di osso ancora quarantadue anni
ferito».
E
ancora, nel ricco percorso espositivo, i documenti dell'Associazione
mutilati e invalidi di guerra di Licodia Eubea, le medaglie, le foto e i
ricordi di molti altri giovani che soffrirono il forzato allontanamento
dagli affetti più cari.Tra le testimonianze presenti un interessante
gruppo di cartoline della famiglia Zavattieri, scritte dal giovane
caporale maggiore Giovanni, morto al fronte per malattia nel 1918. Così
Giovanni si rivolgeva alla amata mamma Teresa Coniglione: «...mi trovo invidiato che tutti i miei compagni stanno ricevendo le
notizie e i pacchi dei suoi cari che in questi momenti sono la vita di
un uomo, che nel vedere i deliziosi generi della nostra Regina Terra
sembra vedere il paradiso».
La mostra, che avrà termine il 31 dicembre 2018, ha anche lo
scopo di raccogliere i fondi necessari per il restauro del Monumento ai
caduti dello scultore catanese Salvatore Juvara, e di riqualificare lo
spiazzo in cui oggi è collocato.
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