La necropoli di piazza don Bosco è parte consistente di quella indigena indagata e descritta da Paolo Orsi, i corred funerari (VII-V sec. a.C.) si riferiscono a materiali di importazione attico e corinzio, esposti nella struttura museografica di Licodia Eubea.
Il tipo sepolcrale più comune è quello della camera ipogeica alla quale si accede attraverso un pozzetto verticale.
Molte di queste tombe hanno ai lati delle panchine che, per la presenza di un guanciale rialzato, si configurano come letti funebri su cui deporre il defunto.