Tutti
noi abbiamo avuto modo di sperimentare quanto sia utile e
indispensabile il lavoro svolto dalle associazioni di volontariato
nel sostenere gli Enti preposti alla conservazione e valorizzazione
dei Beni Culturali, soprattutto in tempi come questi contraddistinti
da una profonda crisi che investe tutti i campi del vivere sociale,
determinando tagli indiscriminati nei bilanci di istituzioni e
organismi vari costretti a ridurre fortemente i fondi destinati alla
cultura, considerata erroneamente superflua e improduttiva.
L’Archeoclub
d’Italia di Licodia Eubea nel corso della sua trentennale attività
ha saputo farsi carico delle diverse emergenze culturali, attraverso
un’intensa attività sul territorio, riuscendo a trovare le
risposte e le risorse più adeguate ai numerosi problemi che di
volta in volta emergevano.
Pur non
essendo cessate tali emergenze, oggi l’Associazione può
guardare oltre e pianificare un’azione a più ampio raggio,
attraverso progetti più ambiziosi e specialistici, tra i quali
la valorizzazione e fruizione dell’arte contemporanea.
A dire
il vero, l’Archeoclub ha da sempre riservato una particolare
attenzione alla produzione artistica recente. Questa volta però
vuol fare un salto di qualità. Infatti già da qualche
tempo, ha dato vita ad una propria collezione d’arte, in cui
confluiscono opere donate da diversi artisti, ai quali si deve la
nostra profonda riconoscenza che, con la loro generosità,
hanno voluto dare seguito alla formazione di una nuova collezione
d’arte che ben presto avrà una sua sede fissa.
In
questa particolare occasione viene presentata una parte della
collezione e precisamente da un numero cospicuo opere donate dal
maestro Giovanni Fichera, in arte Occhiolà.
Giovanni
Fichera nasce a Catania il 25 marzo 1925. Attualmente vive a
Grammichele con la moglie e allieva in arte Trisù. Fin da
ragazzo lavora in una fabbrica di laterizi, e giovanissimo si
avvicina da autodidatta al mondo della pittura, divenendo in poco
tempo un artista di rilievo. L’attenzione ai tratti fisionomici si
affina durante la sua attività di fotografo, svolta tra il
1947 ed il 1957, e si evidenzia nella particolare abilità di
ritoccare i tratti del cliente nella foto tessera, tale inclinazione
è facile da cogliere in questa personale a lui dedicata. Egli
mira all’essenziale, all’analisi profonda dell’uomo, della sua
storia, delle sue vicende personali. Guarda, quindi, dentro il
personaggio, riuscendo a cogliere l’attimo di più pregnante
presa psicologica, attraverso una pittura che riesce a colpire
l’animo di chiunque nell’intimo, in special modo quando il
pennello si trasforma in bisturi e il sangue diventa il colore di
atmosfere surreali. Trae ispirazione ed è guidato da una
profonda spiritualità, nata da vicende personali che lo hanno
portato ad una fede atta a scandagliare la realtà quotidiana,
tanto che le sue opere, popolate da figure emblematiche, hanno un
dolore sospeso, un “urlato” silenzioso, in cui si innesta
attraverso la fratellanza universale il più autentico
messaggio cristiano, quale strumento necessario per porre freno ai
mali del mondo.
Fichera
ha esposto in diverse parti del mondo e preso parte a rassegne
internazionali, ottenendo prestigiosi riconoscimenti. Hanno parlato
di lui fra gli altri: Salvatore Fiume, Carlo Sirtori, Renato Guttuso,
il Cardinale Martini, Papa Giovanni Paolo II.
Uno spezzone dell'esibizione del M° Sergio Giuffrida
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